Come migliorare gli impianti e prevenire la legionellosi? -...

2022-08-08 14:14:42 By : Mr. Hansen Zhong

Un documento riporta linee di indirizzo per la prevenzione della diffusione della legionella. Focus sulle tecniche di trattamento dell’acqua, sui problemi delle torri evaporative e sulle azioni correttive negli impianti esistenti.

Milano, 28 Feb – Torniamo a parlare di rischio biologico, ma non con riferimento, in questo caso  al nuovo coronavirus. Ci soffermiamo sulla legionella e in relazione al rilevante aumento dei casi di legionellosi avvenuti in questi ultimi anni.

Se si vuole incidere sulla riduzione dei casi o quantomeno impedirne l’aumento, “a fianco della continua attenzione nei settori tradizionali occorre una rinnovata attenzione sui settori sinora lasciati unicamente alla gestione di rimedio e non di prevenzione”.

E si ritiene indispensabile che in ogni Regione “venga istituito il catasto delle torri di raffreddamento ad umido e dei condensatori evaporativi, con il contributo dei comuni che, tramite specifiche ordinanze, dovranno provvedere alla raccolta dei dati del proprio territorio su modulistica predisposta dalla Regione, invitando al contempo i gestori di tali impianti alle corrette pratiche di manutenzione e di gestione. Alcune Regioni hanno già provveduto in tal senso con apposita normativa”.

A fornire queste informazioni per migliorare la prevenzione delle malattie causate dalla legionella è il documento “Linee di indirizzo per la prevenzione della diffusione della Legionella” prodotto da un Gruppo di Lavoro della Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione ( CIIP), uno “strumento di condivisione di conoscenze tra operatori del mondo della prevenzione e tecnici della climatizzazione” in riferimento al rischio legionella.

Riprendiamo dal documento un’immagine relativa alla distribuzione percentuale dei casi per potenziale esposizione all’infezione (Rapporto annuale ISS sulla legionellosi in Italia nel 2018 – novembre 2019):

Dopo aver riportato, in un precedente articolo del giornale, indicazioni utili per minimizzare il rischio di contaminazione da legionella, ci soffermiamo oggi su altri aspetti:

In relazione alle strategie di prevenzione e disinfezione, nel documento - a cura di Francesca Romana d'Ambrosio, Luisa Biazzi, Norberto Canciani, Susanna Cantoni, Luca Alberto Piterà, Katia Razzini e Francesco Santi – si descrivono le tecniche di trattamento dell’acqua.

Si indica che il trattamento dell’acqua destinata a uso lavaggio e sanificazione “può essere effettuato con metodi fisici e chimici”. In generale, “i metodi fisici non sono inquinanti, sono facilmente attivabili e controllabili, ad esempio con un monitoraggio del valore della temperatura, e garantiscono l’efficacia del trattamento se opportunamente effettuati. I metodi chimici prevedono l’uso di sostanze chimiche, spesso difficili da dosare e tenere sotto controllo, il che può creare problemi in termini di rispetto delle caratteristiche organolettiche, fisico-chimiche e microbiologiche definito dalle norme in vigore; inoltre, l’attivazione e il controllo del trattamento sono più complessi e l’efficacia del trattamento non è sempre garantita”.

I metodi di trattamento - trattamenti fisici e trattamenti chimici - possono “essere effettuati in continuo, quando il trattamento viene eseguito per tutto il periodo di funzionamento dell'impianto idraulico, o sotto forma di trattamento d'urto, o shock, normalmente utilizzato in seguito al rilevamento di una concentrazione del batterio della  legionella nell’impianto oltre certi valori di soglia, compreso tra 1000 e 10.000 CFU/l e che può essere utilizzato solo per una breve durata e ripetuto dopo poche settimane”.

Nelle linee di indirizzo per ogni metodologia sono indicati:

Ci soffermiamo, a titolo esemplificativo, su un trattamento fisico.

Si parla, ad esempio, di shock termico.  

Il metodo “consiste nell'aumentare la temperatura dell'acqua calda sanitaria fino a valori compresi tra 70-80°C, continuamente per 3 giorni, erogando per 30 - 60 minuti e verificando che la temperatura dell’acqua nei punti di erogazione sia pari o superiore a 60-65°C. La procedura da impiegare è la seguente:

Queste alcune indicazioni presenti nelle tabelle:

Queste le altre metodologie presentate nel documento:

Il documento indica poi che le torri evaporative, con le reti idriche, “sono gli impianti maggiormente a rischio da legionella, come ampiamente dimostrato dai numerosi casi in cui sono state responsabili di epidemie, generalmente dovute a mancanza di manutenzione dell’impianto e al fatto che le torri evaporative si trovano all’aperto e quindi l’aerosol in esse prodotto viene diffuso in atmosfera”.

Ed è quindi “molto importante, nella progettazione delle torri e degli edifici che si trovano in loro prossimità, tener conto della direzione prevalente del vento e posizionare correttamente le prese d’aria e le aperture degli edifici. Bisogna anche valutare la qualità dell’aria, soprattutto in termini di particolato e di materie organiche in sospensione nell’aria, che possono partecipare allo sviluppo di microrganismi favorevoli alla proliferazione della Legionella”.

Senza voler entrare nel merito dei criteri progettuali di una torre di raffreddamento e agli interventi attuabili in torri di raffreddamento esistenti – continua il documento – “è evidente che la necessità di ridurre il rischio da legionella comporta un’attenta progettazione della rete idrica, con particolare focus sui seguenti componenti:

Il documento riporta poi alcune azioni correttive negli impianti esistenti.

Rimanendo sempre sui criteri generali “va ricordato che gli interventi che riguardano la sostituzione dei separatori di gocce, degli ugelli di spruzzo, dei pacchi di scambio e dei deflettori di ingresso dell’aria rientrano nella normale conduzione e manutenzione dell’impianto”.

Infine alcuni altri interventi che possono incidere sul rischio da legionella sono:

Concludiamo segnalando che il documento CIIP, che vi invitiamo a leggere integralmente, si sofferma anche su vari altri aspetti inerenti le criticità degli impianti, la legislazione e gli esempi di casi di studio.

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione, “ Linee di indirizzo per la prevenzione della diffusione della Legionella”, documento prodotto dal Gruppo di Lavoro CIIP coordinato da Francesca Romana d'Ambrosio (AiCARR) e composto da Luisa Biazzi (ANPEQ), Norberto Canciani (Ambiente & lavoro), Susanna Cantoni (CIIP), Luca Alberto Piterà (AiCARR-cocoordinatore), Katia Razzini (UNPISI), Francesco Santi (AIAS) (formato PDF, 1.61 MB). 

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