Grosso attacco speculativo al debito italiano! - Io Non Mi Rassegno #570

2022-09-03 09:15:13 By : Ms. Hiho wang

Il debito italiano sta fronteggiando da circa un mese un attacco speculativo di dimensioni che non si vedevano da 15 anni. A cosa è dovuto e quali rischi ci sono per l’economia del nostro paese? Intanto il Kosovo decide di razionare l’elettricità, mentre molte aziende italiane già lo fanno. Parliamo anche dei contratti di sviluppo, dei problemi energetici della Cina, delle inondazioni in Pakistan e delle novità sul caso della perquisizione dell’Fbi in casa Trump.

Pare che il debito italiano sia nuovamente sotto attacco da parte dei fondi speculativi come avvenne nel 2011, quando un attacco speculativo verso il nostro paese portò alla caduta del governo Berlusconi. A dirlo è nientedimeno che il Financial Times, che descrive una situazione molto preoccupante. Vediamola.

Secondo il quotidiano economico-finanziario britannico, che a sua volta cita i dati di S&P Global Market Intelligence, la quantità di titoli presi in prestito dagli hedge fund per vendere allo scoperto i BTp italiani è attualmente di 39 miliardi di dollari. Livello massimo mai visto dal gennaio 2008. Cioè dall’anno della crisi dei mutui subprime. 

Ma che vuol dire? Gli hedge fund sono degli enormi fondi di investimento, luoghi dove miliardari mettono molti soldi, soldi che poi qualcuno, che a volte è una persona e a volte un algoritmo, decide come investire con l’obiettivo, generalmente, di fare ancora più soldi, più soldi possibile. Il fatto è che che questi fondi speculativi muovono così tanti soldi che riescono a condizionare il mercato con le loro stesse operazioni. E non solo il mercato, a volte anche le politiche dei paesi, dato che scommettendo a favore o contro un paese sono in grado di decretare il successo o il fallimento economico dello stesso. 

Ecco, in questo caso sembra che nell’ultimo mese molti fondi d’investimento abbiano scommesso sul fallimento dell’Italia. In che senso? Nel senso che hanno venduto allo scoperto molte obbligazioni del nostro paese, per un ammontare di 39 miliardi di dollari, scommettendo sul fatto che il loro valore crollerà. 

Le motivazioni all’origine di questo attacco speculativo sembrano principalmente due: l’instabilità politica del nostro paese e l’instabilità energetica, ovvero il rischio che non si riesca a fare a meno del gas russo per l’inverno. Poi è difficile capire se dietro ci sia una volontà “politica” vera e propria – di qualche lobby economica – oppure sia semplicemente la voracità dei mercati finanziari che attaccano l’animale più debole e ferito del branco.

Il problema è che, come spiegavo, attacchi di questo genere sono un po’ delle profezie che si autoavverano. Nel senso che più la finanza scommette sul fallimento, più diventa difficile per un paese vendere il proprio debito, più si alzano gli interessi che deve pagare sul debito stesso, più per pagare quegli interessi si deve ulteriormente indebitare o fare riforme economiche che smantellano il welfare, e si rischia di entrare in un circolo distruttivo.

Ora, in questo senso far parte dell’Unione europea dovrebbe darci una mano perché l’Ue sta mettendo in atto alcune misure dette anti-frammentazione (e ha in cantiere uno scudo antispread) per cui in genere la Bce si impegna a acquistare grossi quantitativi dei titoli di stato dei paesi più in difficoltà in modo da tenere gli interessi bassi e lo spread entro certi limiti. 

Per ora la baracca sembra più o meno reggere, nel senso che nella seconda metà del mese di agosto gli interessi sui Btp decennali, che a inizio anno pagavano l’1,2%, sono sì aumentati fino a oltre il 3,6% con picchi sopra il 4%, ma non hanno toccato livelli folli, mentre lo spread è rimasto a livelli normali. 

La domanda è, cosa succederà in autunno dopo le elezioni e con l’aumentare della richiesta di gas, quando anche altri paesi, tipo la Germania, accuseranno la crisi energetica e la Bce non è che potrà comprare miliardi si titoli di debito da tutti.

A proposito di crisi energetica. Mentre la Russia – a quanto pare, scrive Euronews – sta bruciando il gas in eccesso, pur di non venderlo ai paesi occidentali e non avendo sistemi di stoccaggio, da circa due settimane in Kosovo, scrive il Post, l’energia elettrica viene razionata perché quella prodotta sul territorio nazionale è insufficiente e i costi per le importazioni dall’estero sono troppo elevati. Dal 15 agosto il servizio viene interrotto ogni sei ore, per due ore, con l’eccezione degli ospedali e di alcuni grossi impianti industriali. 

Secondo la società statale di distribuzione dell’energia elettrica, KEDS, la produzione nazionale di energia – che proviene per la quasi totalità da centrali a carbone, molto inquinanti – soddisfa a malapena due terzi della richiesta. In questo periodo peraltro quasi la metà delle centrali è spenta per interventi di manutenzione in vista dell’inverno, il periodo in cui i consumi tendono più o meno a raddoppiare. 

I tagli stanno creando grossi problemi alle famiglie e alle imprese, costrette a fare affidamento su generatori di corrente. Il Kosovo è così il primo paese europeo ad introdurre drastiche misure per far fronte alla propria crisi energetica. Ma probabilmente non sarà l’ultimo.

Anche in Italia si vedono le prime avvisaglie. Sempre il Post spiega che il consiglio dei ministri discuterà un piano sul razionamento del gas proprio la prossima settimana: piano che dovrebbe riguardare i consumi domestici, con l’imposizione di un limite all’utilizzo del riscaldamento nelle case, e non quelli delle aziende come era stato inizialmente ipotizzato.

Aziende che però, dal canto loro, hanno già iniziato a razionare il gas, non per motivi di riserve ma per motivi di prezzo. Moltissime aziende italiane hanno iniziato da tempo a razionare il consumo di gas e di energia elettrica per via dei costi insostenibili. Le più esposte ai rincari sono quelle che hanno gas ed elettricità al centro della produzione: l’industria metallurgica, del vetro, della carta e della ceramica, ma i forti aumenti incidono in tutti i settori della manifattura e anche sui negozi.

Restando nel nostro paese e in tema aziende, c’è una buona notizia per l’industria nostrana. Ce la da Ecquologia. Con un decreto ministeriale del MiSE Giancarlo Giorgetti, sono state rafforzati gli aiuti economici alle imprese e ai progetti industriali che vogliano elettrificare i processi produttivi o utilizzare l’idrogeno per ridurre le emissioni di CO2 e i consumi di energia.

Parliamo di 2 miliardi di euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione per finanziare ulteriori 101 progetti da realizzare per l’80% nel Mezzogiorno e il 20% nel CentroNord, come previsto dalla normativa europea. Saranno agevolati gli investimenti industriali che perseguono uno dei seguenti obiettivi:

Un successivo provvedimento ministeriale stabilirà i termini di presentazione delle domande.

Intanto anche la Cina sta attraversando una profonda crisi energetica, sebbene per motivi diversi. È dovuta all’ondata di calore e siccità senza precedenti. Rubo dal profilo Facebook del giornalista Gabriele Battaglia (ospite della prima puntata di INMR+) che commentando un articolo apparso sulk quotidiano cinese Caixin Global scrive: “La Cina viaggia per il 56 per cento grazie al carbone, per il 28 per cento grazie alle rinnovabili, quota che si vuole portare al 33 per cento entro il 2025. Ma la recente ondata di caldo/siccità che ha ridotto la portata dei fiumi himalayani, aumentato il consumo energetico per via dell’utilizzo di refrigeratori domestici e indotto quindi alla chiusura di fabbriche e centri commerciali, impone una revisione delle politiche energetiche nazionali, per cui si aprono nuove centrali a carbone”.

Benissimo, direi. Fra chi brucia gas senza motivo e chi sceglie di costruire nuove centrali a carbone, siamo in una botte di ferro. Intanto, la crisi climatica continua a assestare colpi decisi, accanendosi spesso sui paesi più poveri del pianeta. 

Leggo su GreenMe che venerdì il governo pakistano ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale per via dei gravi allagamenti causati da continue piogge in tutto il paese. Secondo l’autorità nazionale che si occupa della gestione dei disastri, da metà giugno sono morte almeno 937 persone, di cui 343 bambini, e più di 1300 sono rimaste ferite. Migliaia di chilometri di strade sono state distrutte e centinaia di migliaia di abitazioni danneggiate. Oltre 30 milioni di persone sono rimaste senza casa, circa il 15 per cento della popolazione totale del paese. Come se mezza Italia fosse rimasta senza casa. Questa è l’entità del problema, per intenderci.

Concludiamo la puntata di oggi con un rapidissimo aggiornamento sul caso della perquisizione dell’Fbi nella villa di Trump. Ne avevamo parlato venerdì della poca trasparenza che c’era su questo caso. Ecco, sempre venerdì, nel pomeriggio, immagino proprio grazie a INMR e alla figuraccia internazionale che abbiamo fatto fare alla polizia federale statunitense, il capo del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che so essere un seguace accanito di INMR pur non parlando italiano, ha reso pubblico un documento con le motivazioni della perquisizione del 9 agosto.

Nelle motivazioni si legge che la perquisizione era stata ordinata dopo che era stato appurato che Trump, alla fine del suo mandato presidenziale, aveva effettivamente portato nella sua villa centinaia di documenti “classified”, ovvero riservati e coperti da vincolo di segretezza, che non possono essere assolutamente divulgati. Tant’è.

#debito Il Fatto Quotidiano – Financial Times: “I fondi speculativi hanno lanciato la più grande scommessa contro il debito italiano dal 2008”

#razionamenti il Post  – Il Kosovo sta razionando l’energia elettrica il Post – Le aziende stanno già razionando il gas https://www.ilpost.it/2022/08/26/aziende-razionamento-gas/ Euronews – “Mosca brucia il gas in eccesso”

#contratti di sviluppo Ecquologia – Contratti di sviluppo: 2MLD per ridurre emissioni e consumi

#Cina Caixin Global – Cover Story: Sichuan Power Crunch Sparks Calls for Rethink of Coal in China’s Energy Mix

#inondazioni GreenMe – Apocalisse in Pakistan dopo le ondate di caldo record: quasi mille persone morte a causa delle devastanti alluvioni https://www.greenme.it/ambiente/clima/alluvioni-pakistan-morte-quasi-mille-persone/ il Post – Le disastrose inondazioni in Pakistan

#covid L’indipendente – Covid, studio su Lancet: con gli antinfiammatori ospedalizzazioni ridotte del 90%

#Trump il Post – Le motivazioni della perquisizione della villa di Trump

All’alba di ieri la procura antimafia di Catanzaro, quella diretta da Nicola Gratteri, per intenderci, ha svolto una grande operazione antimafia, ponendo in custodia cautelare 202 persone. In molti hanno applaudito all’operazione, che però ha suscitato anche qualche critica, vediamo come mai. Parliamo anche di gas e rinnovabili, della fine dell’abbondanza, di alcune novità sull’Ucraina e di Sarah Palin sconfitta in Alaska dalla nativa americana Mary Peltola.

Ethereum, la seconda criptovaluta più diffusa al mondo, potrebbe diventare molto più sostenibile, cambiando il proprio sistema di validazione. Vediamo pro e contro di questa novità. Intanto la crisi del Bitcoin sembra trascinare con sé l'economia di El Salvador. Torniamo a parlare anche della morte di Gorbaciov e di come la notizia è stata accolta e riportata di media e dalle istituzioni russe.

Ieri sera, a Mosca, all’età di 91 anni, è morto Mikhail Gorbaciov. Colui che dissolse l’Unione Sovietica e mise fine alla guerra fredda se ne va nel momento di maggior tensione internazionale dalla sua leadership in avanti. Ne parliamo, così come parliamo di tante altre cose: di un nuovo studio che mostra che il processo di scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia sembra ormai irreversibile, del tetto sul prezzo del gas che l’Ue sembra intenzionata ad adottare, e di come questo fatto - da solo - sia sufficiente per far crollare il prezzo stesso del combustibile, dell’importanza diplomatica della visita della AIEA alla centrale di Zaporizizhia, del rinvio del lancio della missione lunare Artemis 1 e infine di un’altra morte, quella dell’ultimo solitario rappresentante di una tribù incontattata, noto come l’uomo nella buca.